domenica 5 giugno 2011

essere

in questi giorni è il nulla. cosa sto facendo? passo le giornate sul letto, se esco non faccio niente lo stesso. non prendo ne perdo peso, resisto alla voglia sempre maggiore di distruggermi il braccio.
passa tutto. il tempo, i sogni, i pensieri. poi tornano, e si ricomincia. è un giro maledetto, ma tanto lo so che non reggo più. almeno così ho l'illusione del controllo, so che non mi taglio, e wow. mi sento forte, ogni tanto. ma il pensiero non va via, lo metto solo in un angolino, penso a niente e si azzera tutto. e come al solito sono terribilmente instabile. poi boh, continuo a scrivere tutto che sennò dimentico le cose. non si dimenticano certe cose, ma io mi dimentico persino di me stessa.
sì, non si capisce niente, lo so. è solo confusione, turbinio di pensieri, flusso di coscienza. ma io sono il nulla. sono e non sono.
l'importante è capire la differenza tra l'essere e il non essere. forse sto capendo cosa diamine significa. è che io non sono, è inutile essere se non c'è differenza con il non essere. pensieri deliranti del cazzo, sono due settimane che continuo involontariamente a pensarci. forse è questo che vuol dire, forse.
poi odio i vuoti di memoria. li odio, li odio profondamente. cosa cazzo succede mentre non ci sono o non ricordo?? passa tutto, un giocattolo rotto che va in tilt e si spenge.
non ce la faccio più così. e ora aspetto davvero che qualcuno mi uccida. chissà chi cederà per prima. io, per quel che mi riguarda, mi sono davvero rotta.

okay, per ora rinuncio a trovare un'immagine a questo post.

martedì 24 maggio 2011

ma boh.


mi sento vuota. è idiozia forse. forse è dolore. sto scrivendo come un'idiota "mi sono lasciata, sto a pezzi", ma davvero, sentirmi dire che invento tutto, che cerco attenzioni, che in realtà non ho niente... è la fiducia nel mondo che si spezza... che ci saremmo lasciati, lo sapevo. bastava dire "scusami, hai ragione". bastava piangere e far sentire che non sono "fredda". ma era finita, lo sapevo. era sopportabile in fondo.
ma perchè non credermi? perchè mai dire che invento, che simulo, che non ho nulla e che sto bene? perchè dirmi che gli attacchi di panico sono falsi? perchè non ho un foglio. ce l'ho, referto di pronto soccorso, trascinata dai miei. "tutti possono fingere". ce l'ho anche sulla catatonia, a dire il vero. ma anche quella è simulata. anche Sofia, anche Anne. complimenti a me, merito un oscar come miglior attrice. dimentico di mentire anche a me stessa.
sono stanca. sono delusa, amareggiata. sono senza forze. sono a pezzi. domani starò meglio, forse. domani forse non ci sarò... forse Anne si arrabbierà... forse Sofi si metterà a piangere... ma se neanche io volessi vivere? se io volessi lasciarmi morire, o uccidermi, o se semplicemente dicessi, come loro, che non ho voglia di vivere? che la vita mi annoia, mi ferisce, e che non voglio essere?
cosa dovrei fare allora? continuare ad andare avanti lo stesso. imposizioni morali.
tanto lo so, che prima o poi ci uccideremo. magari non ora, non domani, ma prima o poi lo faremo.

mercoledì 23 marzo 2011

silenzio


è nel silenzio della notte che sospiro. è il caos, in me, e fuori.
Davide dorme nel mio letto. sono stanca. non voglio dormire.
è silenzio.
la mia mente si stacca dal mio corpo e fluttua via, lontana anni luce da questo caos.
è silenzio.
non so cosa dire, o cosa fare, o che pensare.
dire "tranquillo, è tutto a posto", è una stronzata. dire "sto bene, non preoccuparti", è una stronzata. dire il vero, è follia.
non si risolverà mai nulla. sua madre sarà ancora una stronza, lo picchierà ancora, e gli dirà di uccidersi. lui si taglierà, starà male, e si sentirà in colpa. parlerà con me, e se io sto male, penserà che è colpa sua. egocentrismo del cazzo. se io sto male, è colpa mia, e basta. non sua.
non è di nessuno.
scendo a patti con Sofi per il cibo. ci siamo accordate per bene, mi aiuterà ad andare avanti. è un suicidio? forse, in fondo mi sto uccidendo. in fondo, sono cazzi miei. in fondo, faccio male agli altri.
è silenzio.
disegno il pavimento con dei colori a cera.
sospiro nella notte sperando di vivere.
è silenzio.
non è vuoto questo. è silenzio. sono sospiri mancati. speranze che fuggono. attimi assurdi. parole non dette.
amici mi abbracciano, se ho bisogno, ci sono. ma stanno male, tutti. chi per qualcosa, chi per altro.
ci abbracciavamo piangendo. promettendoci un futuro, ma era giorno.
ma ora,
nella notte,
è silenzio.

e sospiro ancora, sperando che, prima o poi, sarò libera; da me.

martedì 15 marzo 2011

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e oscillo, come oscillano gli alberi al vento.

martedì 8 febbraio 2011

Pour toi.


In certi momenti,
così,
crollo.
Ascoltando in loop una canzone che mi hai scritto.
perchè si sente, la dolcezza nelle note.
dici di amarmi, e ti credo.
Ma, poi, in questi momenti, non voglio rompere,
l'illusione.
è tutto troppo perfetto.
e io non posso.
non posso davvero.
dovrei, forse, solo dirti

che ho paura.


ma è difficile. forse è impossibile.

mi sento cadere.

mi sento svanire, non sono nulla.
fame, sensi di colpa, lacrime; e poi...

è tutto come sempre.
è un sospiro leggero; solo una lacrima.
mi sta uccidendo.

ho paura.
stringimi forte.

ho paura.
non so controllarmi.

ho paura.
perchè non so cosa fare.

e io lo so, che mi vuoi bene.
e lo so, che soffriresti.

scusa. perchè non ti dico nulla.
forse, a volte, solo "ho mangiato".
e scusa. perchè forse non ti dirò mai nulla.

abbracciami forte, ti prego. tutto questo è per te.

mercoledì 10 novembre 2010

.

e quest'odore di ferro che senti tutt'intorno? sai che non c'è, vero?
mon amour, ancora ad ascoltare i tuoi sensi e la ragione... questo è irreale.
guardati intorno, cosa è davvero come appare? le persone sono davvero quello che sembrano? e le ferite sul tuo braccio sono davvero tutte chiuse??
certo, certo, effettivamente è da molto che il tuo braccio non sanguina, ma tu stai morendo.

TU SEI MORTA.

con un punto. e basta. non c'è nient'altro da dire.
fammi solo sapere quando la lametta asseggerà di nuovo il tuo sangue, aspetto impaziente di vederlo ancora.
e ora sorridi, deve essere tutto perfetto; come sempre.

venerdì 6 agosto 2010

you are dead


non vuoi parlare.
non vuoi sentire nulla.
la realtà è solo che non vuoi vivere, perchè vivere per gli altri non può bastare.
non vuoi ammetterlo, e ti trascini avanti con un sorriso stampato in faccia per chiunque abbia bisogno di qulasiasi stronzata. ti trascini avanti sapendo che dentro sei morta, e che nulla ha senso.
solo che non ce la fai più.
il tuo corpo non ce la fa più.
la tua mente non ce la fa più.
e allora non fai altro che aspettare.
aspetti che qualcuno venga dolcemente alla tua porta a dirti "flami, sai che questo non ha senso? poi scegliere tra il tetto o una lama, o inventare qualcosa di dolcemente elaborato, ma ora basta."
e poi che farai, sorriderai dolcemente pensando che è vero, che quel qualcuno sta solo dicendo la verità, e che è arrivato il momento di sparire sul serio? o passerà un po' di tempo prima?
quanto hai intenzione di sopravvivere ancora?