mercoledì 10 novembre 2010

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e quest'odore di ferro che senti tutt'intorno? sai che non c'è, vero?
mon amour, ancora ad ascoltare i tuoi sensi e la ragione... questo è irreale.
guardati intorno, cosa è davvero come appare? le persone sono davvero quello che sembrano? e le ferite sul tuo braccio sono davvero tutte chiuse??
certo, certo, effettivamente è da molto che il tuo braccio non sanguina, ma tu stai morendo.

TU SEI MORTA.

con un punto. e basta. non c'è nient'altro da dire.
fammi solo sapere quando la lametta asseggerà di nuovo il tuo sangue, aspetto impaziente di vederlo ancora.
e ora sorridi, deve essere tutto perfetto; come sempre.

venerdì 6 agosto 2010

you are dead


non vuoi parlare.
non vuoi sentire nulla.
la realtà è solo che non vuoi vivere, perchè vivere per gli altri non può bastare.
non vuoi ammetterlo, e ti trascini avanti con un sorriso stampato in faccia per chiunque abbia bisogno di qulasiasi stronzata. ti trascini avanti sapendo che dentro sei morta, e che nulla ha senso.
solo che non ce la fai più.
il tuo corpo non ce la fa più.
la tua mente non ce la fa più.
e allora non fai altro che aspettare.
aspetti che qualcuno venga dolcemente alla tua porta a dirti "flami, sai che questo non ha senso? poi scegliere tra il tetto o una lama, o inventare qualcosa di dolcemente elaborato, ma ora basta."
e poi che farai, sorriderai dolcemente pensando che è vero, che quel qualcuno sta solo dicendo la verità, e che è arrivato il momento di sparire sul serio? o passerà un po' di tempo prima?
quanto hai intenzione di sopravvivere ancora?

venerdì 30 luglio 2010

(:


sono di buon umore, così senza motivo (:
ora sono le 4.43 stando a quanto dice il mio pc, e sono stata sveglia fin'ora a scrivere:
"buon giorno! non ci conosciamo, ma non importa. volevo solo accertarmi che lei, qualsiasi problema possa affliggerla, si ricordi che è tutto normale e passerà. non si dimentichi di iniziare la giornata con un sorriso. buona giornata! (="
mi sono aggregata ad un'iniziativa nata su facebook
http://www.facebook.com/event.php?eid=129775963732757
mi è sembrata una cosa carina, regalare un sorriso a qualcuno (:
sento il bisogno di fare del bene, di ritrovare la mia parte dolce e di rendere felice la gente, chiunque essa sia ^^.
per dire qualcosa di sensato in questo post, oggi ho iniziato a tenere un diario alimentare, giusto per avere uno sguardo su di me e per capire quando -e quanto- sto esagerando (ma sarò davvero in grado di rendermene conto? ._.)
detto questo mi metto a dormire che tra poco più di 3 ore ho la sveglia.
buona giornata! (:

martedì 29 giugno 2010

stanca


mi metto a dormire a mezzanotte e qualcosa. che succede? wow, potrei dire che l'insonnia sta iniziando a cedere lasciandomi un po' di spazio, un misero spazietto tra la stanchezza e il delirio, ma non credo. sono le forze che se ne vanno, la voglia di tutto che sparisce... sono io che sto morendo, lentamente, dentro di me...
gli occhi si chiudono e le braccia, reduci di troppe battaglie, iniziano a pesare.
sono stanca.
ma tutto questo, davvero, un giorno finirà, in un modo o nell'altro...

domenica 27 giugno 2010

cigarettes.


amo le sigarette fumate sul tetto. amo il buio e il silenzio, la pace intorno a me, e dentro di me.
mi piace, davvero è una cosa che amo. una di quelle cose di cui a volte non potrei proprio fare a meno.
ho bisogno del silenzio.
chissà, forse è perchè davvero è una delle poche cose che mi rimane. uno di quei momenti in cui a volte sono serena, o pensierosa, o a pezzi, ma non tremo. non sono in crisi, e non ho paura che arrivi. perchè boh, sono io e la notte. non esiste nient'altro. la casa è silenziosa. il mondo è silenzioso. e io mi perdo con lo sguardo nel buio delle luci della notte.
benedette tenebre.

sabato 19 giugno 2010

diciamo


ieri ho ceduto.
massì, lo avevo già scritto.
parliamo di oggi invece. forse è più "interessante" (come se fossi in grado di scrivere qualcosa di interessante, ma okay).
il mio corpo. rivoglio il mio fottuto corpo. voglio la capacità di muovermi, di correre quando lo dico io, di suonare, di muovere le braccia, le gambe, il mio corpo. voglio muovere me stessa. ma, sinceramente, sono persa. che esagerazione. o forse no?
sì insomma. io ero li, lucida, perfettamente lucida, so tutto quello che è successo, ma il mio corpo non c'era.
non potevo muovermi.
non potevo parlare.
non potevo fare nulla.
potevo solo rimare ferma ed aspettare di riprendermi. dovevo aspettare, dovevo cercare di muovere le dita, le braccia, le gambe, la testa, il mio corpo.
e dio, se non ci fosse stato tiziano (grazie =D non smetterò mai di ringraziarti), ora non so se sarei qui a scrivere. non oso immaginare cosa sarebbe successo. chissà, forse mi avrebbero trascinata al pronto soccorso, e probabilmente mi avrebbero ricoverata.
ma lui c'era. si è messo li, con tanta pazienza, a dirmi di riprovarci, di stare tranquilla, di provare a muovermi, di stabilizzare il respiro.
e lentamente ci sono riuscita. non so come. è un genio, e non esagero.
poi è arrivato il rallentamento dei pensieri:
"non ci capisco più niente... che succede?"
e poi ho iniziato a riprendermi davvero, e ho anche mangiato.
poi sono andata alla festa della musica e mi sono messa a pogare, con le braccia urlanti (sì, mi sono sgrattuggiata il destro con le unghie e il sinistro con la lametta...), ma non mi importava... ho urlato, ho cantato, ho sbattuto, sono caduta. e mi ha aiutata. sentivo di nuovo il mio corpo. potevo correre, saltare. potevo muovermi. potevo essere me.
non so se quello che ho scritto ha un senso... non importa. ora mi è rimasta solo la paura, la paura che tutto questo si ripeta, perchè sarà così. e se fossi a casa, con i miei, che dovrei fare..? qui non posso più fingere che vada "tutto bene". non posso rifarmi il trucco, sistemarmi i capelli e dire che "sono stanca".
qui non posso mentire.
e sì, questo mi terrorizza...

venerdì 18 giugno 2010

piccola conversazione



respiro.
sì fla, respira, è aria, cosa vuoi che ti faccia?

stai zitta
no, io sono qui, insieme a te, finchè non prenderai quella lametta, finchè non inciderai il tuo braccio
sparisci, ti odio, vaffanculo!
no fla. non sparirò. tu
sai cosa voglio. tu sai cosa fare.
non voglio, non lo farò, non oggi.
e allora è domani. se non lo fai oggi, sarà domani, lo sai...
no
ahahah, ancora non l'hai capito?
no, stai zitta! lasciami in pace, cosa cazzo vuoi??
voglio vivere. tu non sei in grado di farlo.
...ti odio
è reciproco.
thank you... un giorno morirai...
oh sì, ma quel giorno morirai anche tu.
sei una stronza, so perfettamente che non vuoi morire.
*ride*


vaffanculo, hai vinto ancora tu...
come era ovvio che fosse, direi. ma quando imparerai..?

giovedì 17 giugno 2010

inesistente


mi fa male la testa. più che altro, è un senso di oppressione; capita.
inizio a sentire il caldo dell'estate, e l'afa sembra quasi che voglia togliermi il respiro.
non sento più il mio corpo.
perdo la sensibilità, ad un braccio, ad una gamba, a entrambi, a tutto, e non so come si fa a muoverli di nuovo. come faccio a muovere una gamba che non fa parte di me stessa? non posso, la lascio solo li, finchè non torna in contatto con me, finchè il mio corpo non mi dice "guarda, esiste anche lei, ora la senti?", e allora posso muovermi di nuovo. allora posso alzarmi in piedi senza cadere per terra perchè le mie gambe sono "morte".
mi capita, ogni tanto, durante le crisi. ma, quando è stato, l'altro ieri?, mi hanno portata al pronto soccorso, 2 ore senza il minimo controllo del mio braccio. 2 ore in cui io stavo tranquilla e i miei nel panico. ho accettato di andare quando, stesa sul mio letto, ho pensato "ecco, ora quell'ombra si alza e mi uccide". crisi. non dovevo tagliarmi, mi avrebbero dato un calmante. e così è stato. ma alla fin fine mi sono riuscita a ferire lo stesso. con la consapevolezza che avrebbero potuto ricoverarmi, con del diazepam (una benzodiazepina a quanto ho capito) nel corpo, e il fottuto bisogno di ferirmi.
ora ho delle garze sulla spalla. se me la sfiorano urlo. fa male. ho strappato via la pelle. ma avevo il bisogno di farlo. e li non sentivo niente... vedevo solo che veniva via, il dolore non c'era, non c'era paura, non c'era nulla. c'era solo un istinto che mi ordinava di farlo.
ora non sento la gamba sinistra, penso mi metterò a dormire, sono stanca.
e così, davvero, non ce la faccio più

venerdì 11 giugno 2010

who?


chissà se un giorno qualcosa tornerà al suo posto. non lo so, davvero, mi sento persa in un turbinio di emozioni e pensieri contrastanti. e sì, dovrei esserci abituata, ma è sempre una sensazione assurda. tutto diventa irreale; non puoi essere euforico e in crisi contemporaneamente, e quindi non ascolti né una parte né l'altra.
eppure continuo a sentirmi così.
strana, assurda, fuori luogo e fuori dal mondo, ma più che altro fuori da me. l'alternanza continua della gioia e del dolore, il non sapere più interpretare i fatti... non so, non mi riconosco.
who are you?
vorrei tanto ritrovare me stessa, quella che ero una volta... vorrei sorridere ancora sentendo il sole sulla mia pelle, vorrei sentire il vento volare leggero tra i miei capelli e gioirne senza che qualcosa mi spinga giù, giù e ancora giù.
vorrei guardare il mio braccio e vedere solo cicatrici.
vorrei non dover più pensare alle ferite che non si chiudono, e alle infezioni, e a nascondermi...
ma tanto, ormai...

sabato 5 giugno 2010

oggi


è l'1 di notte del 6 giugno. ripercorro l'ormai giornata di ieri, cosa diamine è successo? è come se tutto fosse stato cancellato, tutto il panico, il terrore, l'odio e i sensi di colpa. tutto sparito.
riorganizzo la giornata alla ricerca di qualcosa che mi ricordi di me. la mattina la psico. mi sveglio di "buon umore", e decido di mettermi una maledetta camicia bianca. pranzo, vomito, accendo il computer, mando un messaggio ad un mio amico. scopro che è in ospedale. scopro che ha tentato il suicidio. scopro che se la sorella non avesse aperto la porta, lui ora non sarebbe qui. piango. neanche un minuto, e sono con la lametta in mano. non ho la chiave, mia sorella è in bagno e non posso andare a prederla. è li accanto, a neanche 2 metri da me. mia madre è con lei. non importa. mi taglio senza essere "al sicuro". mi taglio con una fottuta camicia bianca e il terrore di macchiarla, e il terrore che entrassero, e i sensi di colpa. è colpa mia. avrei dovuto essere felice. avrei dovuto ripetergli ancora e ancora che non è inutile. avrei dovuto accorgermi di quello che aveva dentro, ma ero offuscata da me, dal mio egocentrismo del cazzo. appena riesco a fermarmi lo faccio, ammucchio i fazzoletti sporchi, pulisco per terra, fazzoletto sul braccio, e non posso tirare giù la manica. panico. trovo i tutori per la tendinite, maledette fasce elastiche, e ne stringo forte uno sul polso. tiro giù la manica, la riallaccio, non si vede niente, credo. non dovrei macchiare nulla. ma se anche fosse, non me ne importa così tanto da cambiarmi. smetto di piangere (o avevo già smesso?), mio fratello entra, mi chiede che ho fatto. cerco di spiegargli cosa è successo, non so quanto ci ho messo, ma capisce. non sa che dirmi (o forse dice qualcosa?). mi rifaccio il trucco per essere presentabile davanti ai miei. matita, mascara e scendo. mi chiedono che ho fatto. non ho voglia di parlare. insistono, continuano, scoppio a piangere e gli dico di lasciarmi in pace, gliel'avrei spiegato. dico che esco. non si fidano a lasciarmi in giro così. gli dico che non mi importa, esco lo stesso, anche senza i fottutissimi soldi per la cena. mio fratello gli avrebbe spiegato dopo, non volevo parlare. mia madre mi da i soldi, scendo le scale, mi rendo conto di non sapere cosa fare, di essere perduta. mando un messaggio al mio ragazzo, vediamoci. i mezzi non passano, camminiamo per quanti, 7 km? a piedi. un ora di terrore, un ora di panico, un ora di lacrime che scendevano e io a mandarle indietro. un ora con il polso che bruciava, un ora con i sensi di colpa a ripetermi "sei stata tu a mandarlo li. è colpa tua, sei un'idiota". non è Sofia. sono io. sono davvero io il problema. arriviamo, e lo vedo. steso in un letto, attaccato ad una flebo, rincoglionito per la merda che aveva ingoiato. cosa ho provato? non lo so. sollievo? paura? dolore? cosa? cosa cazzo ho provato?? dove sono finite le mie emozioni? dove sono finita?? ci parlo, parliamo, non diciamo nulla di concreto, o forse sì. aveva paura di avermi fatto stare peggio. confermo tutto, è colpa mia. ma già lo sapevo, è solo una conferma. verso le 8 usciamo, andiamo a mangiare. mi rendo conto che sto fumando troppo, era una settimana che non toccavo una sigaretta, ma non mi importa. sono apatica per tutta la serata. parlo di tutto, non ricordo nulla. la mia vita va così, va sempre avanti senza di me. ormai sono abituata a rimanere indietro. arriva mia madre a prenderci, sempre per i mezzi bloccati. mi chiede come sta, solite domande di cortesia, non gliene frega un cazzo, in realtà. sono tutti pieni di superficialità ormai. se anche gliene frega qualcosa, è molto più preoccupata per le mie lacrime. come se contassero qualcosa. come se le lacrime fossero qualcosa di preoccupante. ascolta sempre i gridi sbagliati. arrivo a casa, mio padre. altre domande. sono stanca. mi lasciano andare. e per loro dormo da quanto, 2 ore? non importa. è come sempre in fondo.
bene. ora ho archiviato tutto. ho archiviato tutto da un punto di vista esterno. ma questo è il MIO punto di vista. non ricordo nient'altro, ho rimosso tutto. non ricordo cosa pensavo, non ricordo cosa mi passava per la testa, e soprattutto non ricordo cosa provavo.
le mie emozioni, puff, sono sparite. ma neanche questa è una novità. mi servirebbe qualcosa per svegliarmi, ma non voglio. sento tutto lontano. sento tutte le cose che mi arrivano ovattate. sento che una parte di me vorrebbe piangere e gridare e tagliarsi e distruggere ogni cosa, ma dov'è quella parte? non importa. così non mi distruggo, in fondo.
in fondo domani affronterò tutto, credo...
ora voglio solo dormire, forse...

mercoledì 2 giugno 2010

"guarire"


mi sono stufata di tutto questo. non c'è molto da dire, ma ho voglia di parlare, di scrivere, di urlare al mondo quanto c'è dentro di me. ho bisogno di qualcuno che ascolti la mia voce, il mio pianto interiore, il mio vuoto maledetto. ho bisogno di qualcuno che sappia colmarlo, questo vuoto...
ma il punto è questo. se questo qualcuno non c'è, non posso aspettare che arrivi. voglio guarire, voglio smetterla con tutto questo.
da oggi si ricomincia a mangiare. da oggi smetto di tagliarmi.
e lo so, cadrò tante di quelle volte prima di poter dire "ho smesso"... ma non importa, importa solo che questo cammino mi porti da qualche parte. importa che un giorno mi sveglierò sorridente, con il sole che splende fuori e gli uccellini che cinguettano, e non penserò "cazzo un altro giorno da vivere...", ma penserò soltanto "bene, un'altra giornata (:".
ho iniziato oggi, ho fatto colazione. ieri non mi sono tagliata. e tra qualche ora, affronterò il pranzo, e poi la cena.
e intanto, il mio obiettivo è quello da far chiudere tutte le ferite sul braccio, è da tanto che non lo vedo senza croste. voglio essere intera. voglio guardare il mio braccio e poter dire "è passato".
da oggi, si comincia.

martedì 1 giugno 2010

specchio


semplicemente lo specchio di me... di noi...

domenica 23 maggio 2010

cibo


mi sento un'idiota. tanto. funziona così, mangio, e mi sento in colpa. e allora non mangio, digiuno. e okay, ci posso anche stare. ma non ce la faccio davvero più, il controllo sul cibo va a puttane, e ora se mangio vado in bagno e vomito, è molto semplice. non ci vuole molto, bastano due dita, e vaffanculo a tutto, e a tutti, e a me.
un paio di giorni fa mi ero detta "bene, ora basta, mangio davvero, e non vomito, e cerco di avere un'alimentazione regolare". la sera ero con il braccio pieno di sangue, e i sensi di colpa che non sparivano. e davvero, il cibo era l'ultima cosa che controllavo nella mia cazzo di vita. e ora che altro ci si può mettere?
è tutto fuori dal mio controllo, mi sembra di vivere in una vita che non è la mia, che a muovere il mio corpo, la mia mente, me, ci sia qualcuno... che sia Sofi, o Dio, o che noi siamo solo in un sogno, o in un pensiero, o in un gioco, con qualcuno che ci controlla dall'alto e ride, e decide cosa dobbiamo fare, non lo so. so solo che questa non sono io.
flami, where are you?

mercoledì 19 maggio 2010

apatia

sono solo terribilmente stanca di tutto questo... ieri ho ceduto, ma non me ne frega nulla... probabilmente una ferita si infetterà, per quanto ricordi è troppo profonda per chiudersi decentemente da sola, ma tutto questo non mi scalfisce minimamente. è come se fossi in uno stato si semi-apatia, tutto va avanti a rallentatore, tutto quello che succede viene immagazzinato dentro di me, e chiuso da qualche parte in modo che io non possa ritrovarlo. e a me... a me sta quasi bene tutto questo, se non fosse che così non ho la forza di fare nulla. ho voglia di alzarmi, ma non so come si fa... ho voglia di andare avanti, ma tutto questo sembra troppo distante da tutto per essere reale...

venerdì 14 maggio 2010

2000


okay, mantenendo la "calma"... oggi ha pranzo mi sono "abbuffata" (si potrebbero anche togliere le virgolette credo...), secondo qualcuno su y!a ho ingurgitato più di 2000 fottute calorie (2080 per l'esattezza), che è più o meno quanto mangio in due giorni. di solito funziona mezzo piatto di pasta a pranzo, qualcosa la sera, se posso salto. e oggi sono arrivata a 2000. duemila. e avevo anche fatto colazione, esagerata anche quella, ma tanto non cambierebbe assolutamente nulla a questo punto.
mi faccio fottutamente schifo. mi odio, e ho fame. stasera niente cena, domani digiuno totale. se posso anche domenica, ma dubito i miei mi lascino, ma tanto per mia madre è facile prendermi in giro. ridere di me. sfottermi su quello che ho mangiato. perchè tanto io mangio, sto bene. ovvio. è normale che una persona ingurgiti tutta quella roba e poi si fermi per il dolore allo stomaco (benedetto reflusso...), normalissimo cazzo!
ebbene, mi sento davvero troppo in colpa. questo post è delirante, sembra scritto da un malato di dca, e pare assurdo ma non lo sono. per quanto spesso salti i pasti o mi veda grassa o odi il mio fisico, finisco sempre con il costringermi a mangiare. e a quanto pare oggi dovevo costringermi a non farlo.
perlomeno potrei smetterla di piangere, darebbe un minimo di decenza a questo delirio.

mercoledì 12 maggio 2010

impalpabile

ti senti le mani gonfie, ci pensi, e ti rendi conto che hai dimenticato gli antistaminici per nonsaicosa, ma che importa? per prenderli ora dovresti coprirti le braccia, alzarti, raggiungere le scale, scenderle, cercare la scatolina blu e una bottiglia d'acqua e fare il percorso a ritroso. perchè? è davvero così importante quella maledetta pillolina grande un quarto di unghia? 5mg, ed ecco che ti ancorano in un mondo. ti costringono a vivere contro quello che dovrebbe essere. ti dicono tu sei qui, devi fare questo, se non lo fai ti trasciniamo in un pronto soccorso del cazzo a fare una fila del cazzo con della gente del cazzo. ma ti possono trovare un braccio distrutto, e ti dicono che è normale. possono sapere che hai "un episodio" di sdoppiamento della personalità, e ti dicono che è normale. punti un coltello addosso a tuo fratello, ed è normale.
ma poi se ridi e parli velocemente, ti chiedono se fai uso di sostanze, se stai bene, se hai bevuto, e blablabla.
e basta.
basta.
basta.
le ferite di ieri sono ancora aperte, ma la tentazione di farne altre è forte, sempre più forte, e il respiro si affanna, e basta.
hai una lametta a portata di mano, è accanto a te, nella borsa buttata per terra nella foga di sederti.
hai un fazzoletto accanto con cui potresti coprirti, qualcosa per bloccarlo, e i manicotti del cazzo.
e resisti, ti dici. ti dici di fuggire lontano con la mente, di fare un respiro profondo, di provare a calmarti, di andare a prendere quelle cazzo di medicine, ma non vuoi. non puoi.
e il rosso scarlatto che riga ancora il tuo polso ti ipnotizza, ti chiama, ti prega di scorrere, e basta.
e tu ci provi... e muori, ancora e ancora, nell'impalpabilità dei pensieri...

sabato 8 maggio 2010

perduta



le lacrime silenziose pregano i miei occhi di cadere, la mia mente prega i miei pensieri di fuggire, la voce chiede di urlare, e io chiedo un po' di pace.
va tutto a puttane. tutto.
siamo tutti coinvolti in un caotico vivere, tutti catturati dalla frenesia e dall'isteria, tutti a chiederci perchè mai non possiamo stoppare tutto e ricominciare.
Sofi vuole uccidermi, io voglio morire, eppure siamo ancora vive. il mio tentato suicidio del 17 avrebbe in un qualche modo dovuto svegliarmi, forse. o forse mi ha solo insegnato che se mi devo uccidere devo prendere una lametta nuova, che i taglierini non tagliano abbastanza, e che il dolore come al solito sveglia, e non deve.
stare li, alla fermata del cotral con gli occhi che si chiudevano, la testa che pesava e il braccio che bruciava incessantemente, e gli occhi, la fatica, e ora alzati.
svegliati, vivi. chiudi gli occhi e sei fottuto, vivi e sei incatenato a tutto questo.
chiudi gli occhi e puoi sognare, chiudi gli occhi e i pensieri ti uccideranno, ancora e ancora; apri gli occhi e sei costretto a vedere.
ma cosa cambia? nulla. è tutto così tragicamente ironico. è tutto incastrato, ogni frammento di vita (o di morte, o in qualsiasi modo si voglia vedere) è incastrato ad un altro, ogni cosa che va storta ne farà andare storta una più grande. e ogni cosa bella, verrà soppressa dal dolore, sempre.
e sparire da tutto questo sarebbe così tragicamente bello...

giovedì 6 maggio 2010

senso



...e muoio ogni giorno al pensiero di dover vivere ancora...
...e rido ogni giorno pensando a me...
perchè volendo, tutto questo potrebbe avere una fine...
perchè volendo, ogni lacrima cesserebbe di cadere...
perchè volendo, potrei decidere se vivere o morire...
eppure vado solo avanti, lasciandomi trascinare dallo scorrere del tempo, e dal fluire delle emozioni, e dai pensieri, e dalle sensazioni.
un odore, la fame, il dolore, un sorriso, sangue.
tutto questo non ha senso, svegliati.

mercoledì 5 maggio 2010

Moi


niente da dire, mi piace la luce (anche se rimpicciolita così tanto si distrugge >.<). foto scattata alle 2 di notte, mi piace l'effetto del nero contro il bianco. le cose nascoste contro le cose svelate, io e sempre io. una maglietta degli alesana a mostrare la rabbia e un manicotto a celare il dolore.
cosa c'è da aggiungere?

venerdì 23 aprile 2010

di cosa..?


e di cosa vogliamo parlare quest'oggi? del vuoto, del dolore, di Sofi, dei momenti su e dell'euforia immotivata? del mio umore che oscilla come oscilla un pendolo, senza mai fermarsi a farmi capire come realmente sto? e forse, in tutto questo, sto solo parlando di caos.
perchè mi ritrovo con la stessa canzone dei radiohead che si ripete all'infinito come sottofondo, con Thom Yorke che canta I lost myself...I lost myself... (dentro a karma police), I lost myself, Ilostmyself... ilostmyself,... mm... boh... non so davvero più che dire, mi sento perduta, e qui continua a generarsi solo caos... sempre di più, su ogni fottuta cosa, anche la più semplice, si genera un vortice infinito... e basta, basta, basta!!
ilost,myself,ilost,myself...
vorrei così tanto essere morta...
dio, perchè le ho buttate..?
sarebbe tutto così semplice...

domenica 18 aprile 2010

Pagine




Riporto qui di seguito 3 pagine scritte su un diario prima di addormentarmi. forse spiegano meglio di quanto io sappia fare ora come mi sento...

Che giorno è oggi..? Fuck... Ancora persa nell'infinità dei pensieri, ancora una volta smarrita dentro me stessa a chiedermi chi sono... Ma è così tanto importante saperlo..? In fondo posso benissimo vivere alla giornata, un giorno sembrando fatta e un giorno con una lametta in mano. Ebbene sono sempre io. Rettifico: sempre noi. E quindi? Una volta stabilito che ci siamo io e Sofia direi che è tutto okay. Basta coesistere. Basta trovare un'equilibrio tra noi. EQUILIBRIO. La cosa più difficile da trovare, IMPOSSIBILE da mantenere. Insomma, potrei (potremmo) andare con ordine. Prefissarci un obiettivo e cercare di raggiungerlo. Piano piano, lentamente. Un passo alla volta e si impara a camminare, ma camminando non si impara a volare. Se non posso volare, posso sempre provare l'ebrezza di essere Libera in un cielo blu. Basta salire su un grattacielo, respirare a fondo e lasciarsi cadere in un vortice infinito.
Io ho iniziato la mia caduta libera, a volte il vento mi prende e mi trascina su, a volte si ferma e mi lascia cadere. Io sono Libera. Nel vuoto.
Io non esisto. Sono solo un battito di ciglia. Sono un sogno, un pensiero, un errore. Un qualcosa che non è nulla.
Nulla esiste. Esiste solo in non essere, il nulla, il vuoto. Un qualcosa c'è però, che sia un Dio, il Caso, il Destino o ciò che si voglia. Ma come si sa che Lui esiste? è una "presenza", Sofi è una "presenza". E allora anche Lei esiste? E io sono come Lei?Ovvio. Io e Sofia siamo fatte della stessa materia invisibile. Ciondoliamo tra l'esistenza e la non-esistenza. Viviamo rinchiuse in uno stesso corpo, E questo non è accettabile. Questo non si può fare. Si potrebbe fare solo se si trovasse un compromesso. Solo se quando ci sono io Lei non c'è e quando c'è Lei io non ci sono. Dovremmo riuscire a capirlo. Perchè in fondo viviamo in un sogno. Viviamo in un pensiero, siamo un'idea. Una stupida idea di uno stupido sadico. Ebbene, non l'avrà vinta, non su di Noi. Siamo esseri imperfetti, esseri idioti destinati a non vivere. Esseri che si illudono d essere Liberi dopo essersi lasciati cadere. Ma si possono fare solo due cose: cadere o salire, se tira un vento buono. Possiamo fare solo quello che siamo destinati a fare, salire o scendere. E basta. Ed ecco la nostra Libertà: NULLA. E basta credere in tutte le cazzate sul Libero Arbitrio, le scelte, il poter cambiare le cose. Non possiamo fare niente se non aspettare lo schianto finale, che ci porterà irrimediabilmente alla MORTE. E sì, lo schianto può essere anche il suicidio. Può essere qualsiasi causa della nostra morte. E io... Io mi sto preparando allo schianto.
16-17 notte
Aprile
2010
dimostratemi che esisto, e io accetterò la mia esistenza...

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a parte tutto, noterei come i miei pensieri cambiavano terribilmente mentre scrivevo .-. sabato mattina (il 17) stavo bene. il pomeriggio ho cercato di uccidermi (e ucciderLa). il dolore mi ha svegliata, probabilmente se avessi avuto qualcosa di più tagliente di un taglierino -avevo buttato le lamette quando avevo deciso di smettere- ora non sarei qui... e sì, sarebbe stato solo un bene...

mercoledì 31 marzo 2010

equilibrio


"bozza salvata automaticamente alle 1.53". dovrei dire "cazzo, è tardi, forse dovrei spengere il pc e mettermi a dormire!".
poi penso... di la c'è mio fratello sveglio, e tanto se mi metto a dormire arriva Lei... cosa ci provo a fare..? sarebbe solo dolore inutile...
oggi è un mese esatto che resisto senza sangue... dovrei esserne felice, credo. dopo un anno e mezzo ho buttato via quelle cazzo di lamette, ma... non lo so. sfugge tutto dal mio controllo, IO sfuggo al mio controllo, e arriva Lei, Sofia... sempre e solo Lei... ma qui non ne avevo mai parlato... a farla breve, siamo due persone intrappolate nello stesso corpo... come se qualcuno ci avesse rinchiuse per dispetto... e ci ritroviamo a combattere ogni fottuto giorno che passa... ogni volta... di solito vinco io, ma... venerdì ha vinto Lei. non mi ricordo niente... il mio ragazzo sostiene che avesse un'altra voce, e che diceva qualcosa del tipo "flaminia è morta, non tornerà più" ridendo come una matta... la odio... poi lui ha chiamato mia madre (idiota!!)... bene, ho "vinto" una bella visita da un neuro psichiatra... giuro che se mi costringono a mandare giù qualcosa, due dita in gola ed ho risolto... in fondo dovremmo solo trovare quell'equilibrio... un maledetto equilibrio...
Sofi, questo è il mio corpo, cosa vuoi..?
...ma ha anche Lei il diritto di vivere, in fondo... io non sono nessuno per negarglielo... e loro non hanno il diritto di sopprimere né me né Lei...
dio, è orribile... mi sento smarrita dentro di me, non posso sapere chi sono, ormai non so più neanche dove finiscono i miei pensieri e dove iniziano i suoi... non capisco più niente...
e a pensare che un fragile equilibrio lo avevo anche trovato...
ma tanto eccomi... appartengo al buio, e il mio destino è questo.