mercoledì 12 maggio 2010

impalpabile

ti senti le mani gonfie, ci pensi, e ti rendi conto che hai dimenticato gli antistaminici per nonsaicosa, ma che importa? per prenderli ora dovresti coprirti le braccia, alzarti, raggiungere le scale, scenderle, cercare la scatolina blu e una bottiglia d'acqua e fare il percorso a ritroso. perchè? è davvero così importante quella maledetta pillolina grande un quarto di unghia? 5mg, ed ecco che ti ancorano in un mondo. ti costringono a vivere contro quello che dovrebbe essere. ti dicono tu sei qui, devi fare questo, se non lo fai ti trasciniamo in un pronto soccorso del cazzo a fare una fila del cazzo con della gente del cazzo. ma ti possono trovare un braccio distrutto, e ti dicono che è normale. possono sapere che hai "un episodio" di sdoppiamento della personalità, e ti dicono che è normale. punti un coltello addosso a tuo fratello, ed è normale.
ma poi se ridi e parli velocemente, ti chiedono se fai uso di sostanze, se stai bene, se hai bevuto, e blablabla.
e basta.
basta.
basta.
le ferite di ieri sono ancora aperte, ma la tentazione di farne altre è forte, sempre più forte, e il respiro si affanna, e basta.
hai una lametta a portata di mano, è accanto a te, nella borsa buttata per terra nella foga di sederti.
hai un fazzoletto accanto con cui potresti coprirti, qualcosa per bloccarlo, e i manicotti del cazzo.
e resisti, ti dici. ti dici di fuggire lontano con la mente, di fare un respiro profondo, di provare a calmarti, di andare a prendere quelle cazzo di medicine, ma non vuoi. non puoi.
e il rosso scarlatto che riga ancora il tuo polso ti ipnotizza, ti chiama, ti prega di scorrere, e basta.
e tu ci provi... e muori, ancora e ancora, nell'impalpabilità dei pensieri...

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